Insieme

 
- Maestra, maestra, giochiamo al “Gato”!!
Ho impiegato circa dieci minuti a capire che si riferissero al nostro “tris”. Paulina e Fernanda sono due esperte in quanto a giochi. Che sia sulla lavagna delle colorate aule, o sul suolo del campo da basket, riescono sempre a stupirmi con la loro estrema fantasia.

- Facciamo che io guardo, ed imparo, e voi mi insegnate come si fa! - Dissi con estrema fermezza, per il solo fatto che secondo la mia visione era scontato che i giocatori, in questo caso, fossero soltanto due.
- No maestra! Guardi, aggiungiamo una riga in più, l’iniziale del suo nome, e così diventa tutto più bello.
Ho le loro parole scolpite ancora nel cuore. Come può un episodio così, apparentemente semplice, restare così fortemente impresso?

Ebbene sì. Potrei racchiudere così questi tre mesi di esperienza in Messico. Vivo ad Hermosillo da appena 100 giorni, e ciò che ho appreso e continuo ad apprendere ogni giorno è così intenso da non poter essere descritto alla perfezione in poche righe. Qui, in pieno deserto, il sole brucia letteralmente la pelle, tanto da togliere tutte le energie. Eppure loro, i nostri bambini, riescono a donarti sorrisi e tanta voglia di fare anche nelle giornate più afose. Se c’è una cosa, tra le tante, che ho imparato, è che da soli tutto è più complicato, faticoso, e persino noioso. In fondo cosa costa aggiungere una riga in più sulla lavagna, cambiare le regole del gioco, se il risultato poi è giocare tutti insieme?

Vorrei poter dire loro che il mondo non è poi così ingiusto, e che basta cambiare le regole del gioco per trasformarlo in un posto semplice, giusto, inclusivo.

Ma non posso promettere nulla. Ho dovuto imparare che bisogna entrare in punta di piedi, anche quando la rabbia e la frustrazione per le tante ingiustizie viste e toccate con mano ti pervade.

Così sorrido, mi lascio prendere per mano, e mi rendo conto di quanto siano loro ad insegnarmi l’arte della felicità. Insieme.

Francesca Catanese, Volontaria in servizio civile in Messico