UNICOO a Teofilo Otoni con UAI Brasil
Un secondo grandissimo problema qui è l’educazione, questione con cui ci siamo ovviamente scontrate stando con i bambini di Casa Nazaré; quando li aiutiamo a fare i compiti a volte ci si sente veramente scoraggiate (e anche, lasciatemelo dire, decisamente incazzate), perché nel 90% dei casi gli esercizi sembrano dati a caso, senza assolutamente tener conto delle capacità/conoscenze dei bambini. Ho visto esercizi di inglese dati a ragazzini che non sanno neanche il verbo essere, ma di cui neppure io riuscivo a venire a capo: in quell’occasione sarei proprio voluta andare a conoscere la professoressa e scambiarci due parole amichevoli! Molti bambini di 8 o 9 anni sanno scrivere e leggere a stento. I presidi danno la colpa alle classi troppo piene, gli insegnanti agli scarsi stipendi e alla necessità di trovare un doppio lavoro, la responsabile dell’educazione qui a Teofilo, con cui abbiamo parlato, dice che manca la motivazione e l’impegno degli insegnanti; fatto sta che la situazione sembra parecchio disastrata. Casa nazarè ovviamente aiuta, ma è un aiuto limitato, ci sono solo 3 (in questi giorni 2) insegnanti per tanti bambini e molti, troppi, andrebbero seguiti personalmente; a ciò si aggiungono le situazioni familiari difficili che non favoriscono un apprendimento sereno e tranquillo.
Una cosa molto importante per me è stata aver capito che la povertà ha molte dimensioni, e che la cosa peggiore non è la povertà in sé, ma la disillusione, la mancanza di opportunità, il fatto di non osare nemmeno sperare in un cambiamento. Mi ha colpito tantissimo una donna di 24 anni ( la mia età), con 3 figli, che ha tentato di suicidarsi e che ha dato come spiegazione il fatto di essere troppo vecchia per cambiare la propria vita. Allo stesso modo molti genitori di Casa Nazaré hanno una situazione economica più o meno stabile, per quanto umile, ma l’insoddisfazione e la disillusione spesso li portano a ignorare quasi del tutto i figli (al punto di non lavarli neanche). Altre famiglie vivono solo con il sussidio mensuale di Bolsa familia, che nella grande maggioranza dei casi si aggira sui 200-250 reais; molti, una volta ricevuto il sussidio, smettono di cercare lavoro: sembra pazzesco, considerato quanto la cifra sia bassa, e anche in questo caso, parlando con una madre che riceve Bolsa familia, mi ha colpito la disillusione, la pigrizia forse causata da tante delusioni passate, la mancanza di prospettiva.
Passando ad argomenti più leggeri, sabato scorso abbiamo fatto la feijoada: finalmente! E’ stato un lavoraccio prepararla, soprattutto la ricerca di sponsors con Tina, che andava avanti da settimane. Comunque è andata bene, anche se il cibo è bastato al pelo, e nonstante ad un certo punto siano finiti i contenitori per la feijoada da asporto; fortunatamente è venuto in nostro soccorso il tipico "jeito brasileiro", e molta gente è andata a prendere dei tupperware in casa (soluzione pure più ecologica, peraltro) e sono tornati indietro per farseli riempire: fantastici! Io e Silvia ci siamo solo un po’ rammaricate dell’assenza del banchetto della caipirinha; Tina ha detto che negli anni scorsi era più quella bevuta dagli addetti a prepararla che quella venduta, quindi non ne valeva la pena. Peccato per noi, dopo tutta la fatica una caipirinha ci sarebbe proprio stata bene!!!
Virginia Bada, Ricercatrice con borsa UNICOO in Brasile
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