Messico: tra realta’ e immaginazione.
Prima di partire alla scoperta di un paese che non hai ancora mai visto, la curiositá spesso ti porta a nutrire il tuo immaginario rubando immagini dai libri di storie raccontate da chi prima di te ha percorso le stesse distanze.
Ció che a volte accade é che questo bagaglio di aspettative non trovino un vero riscontro nella realtá che una volta arrivato incontrerai, e sicuramente il Messico dalle tinte piú tradizionali e popolari che si era dipinto nella mia mente ha dovuto drasticamente ridimensionarsi dopo l’incontro con il Distrito Federal, una immensa capitale rumorosa, satura, ossessiva..e molto, molto intrigante.
Oggi peró ho la sensazione di essere arrivata, non so come, in uno di quei luoghi che pensavo esistessero solo negli angoli della mia immaginazione o che mi fossero in qualche modo preclusi per non essere una nativa del luogo. Ore di viaggio per raggiungere Puebla, e poi ancora strada e strada, salendo verso la cima della montagna per arrivare qui, nella piccola comunitá di Plan de Guadalupe, dove il tempo sembra essersi fermato.
Messico, Ayotzinapa: la responsabilita’ e’ dello Stato.
“Fue el Estado!” Ripetono i manifestanti, i collettivi, le organizzazioni, “Fue el Estado!” è il grido che accomuna tutte le persone che il 20 novembre, sono scese ancora in piazza per manifestare l’indignazione, la rabbia, per chiedere giustizia ad uno Stato che non solo non difende i propri cittadini e cittadine ma che usa sistematicamente la violenza contro di essi.
Il 26 settembre scorso un gruppo di ragazzi provenienti dalla scuola Normal Rural “Raul Isidro Burgos” di Ayotzinapa, Stato di Guerrero, sono stati fatti sparire mentre raccoglievano fondi per partecipare alla manifestazione del 2 di ottobre a Città del Messico. In un confronto diretto con la polizia locale sei di loro sono morti (alcuni dei corpi sono stati ritrovati con brutali segni di tortura), diciassette sono stati feriti e quarantatre sono scomparsi...
Con buena vibra
17 luglio 2014. Un mese e pochi giorni. Le avventure si sommano, gli occhi catturano, e, se penso ai giorni trascorsi, allibisco pensando a quanto sia successo e a quanto accadrà nei 300 giorni che seguiranno il mio cammino. Il DF in questo mese non è stato compagno di avventure, a esserlo sono state sei città sparse per il paese, uniche nel loro totale anonimato che sommate non raggiungono le dimensioni di quella che avevo imparato a sentire già un po’ casa...