Una quinceañera un po’ speciale
In Messico il compimento dei 15 anni è, soprattutto per le ragazze, un appuntamento sentitissimo. I festeggiamenti coinvolgono l’intera famiglia allargata che investe gran parte dei loro risparmi per organizzare in grande stile il compleanno con mesi di anticipo (con tanto di fiere dedicate). Nulla viene lasciato al caso e i preparativi assomigliano in tutto e per tutto a quelli che vengono fatti per i matrimoni: vestiti principeschi, musica dal vivo, torta cerimoniale, affitto di un salón de fiestas, catering e noleggio della limousine sono alcuni dei lussi che anche le famiglie non propriamente benestanti si sforzano di concedersi.
Campamento
La realtà di Città del Messico alla lunga può diventare un po’ opprimente. Il chiasso, l’inquinamento, la confusione che è in grado di generare questo formicaio di 20 milioni di persone possono trasformare una scampagnata fuori città in un vero e proprio toccasana; soprattutto per i ragazzi del centro educativo le cui famiglie quasi mai dispongono delle risorse per portarli in vacanza e per i quali la realtà di città è l’unica conosciuta.
Per questa ragione, il campamento (campeggio) annuale è un appuntamento molto atteso e pressoché irrinunciabile. Ogni anno, gli educatori del centro si impegnano per dare ai ragazzi qualche giorno di divertimento e riflessione al di fuori del contesto urbano, il più possibile a contatto con la natura o comunque in una situazione che possa dirsi “diversa”...
Los niñ@s del apoyo escolar
In questo mese io e la mia collega, ci siamo involucrate nelle attività dell’apoyo escolar.
Nonostante il breve periodo di tempo trascorso, si sono venuti a creare dei legami molto forti. Fin da subito ho notato un reale bisogno di affetto ed attenzione. La maggioranza dei bambini, proviene da famiglie molto numerose e da scarse risorse economiche ( i genitori spesso non sono presenti ); di conseguenza per loro risulta fondamentale frequentare la parrocchia e il centro, non solo per essere seguiti scolasticamente, ma soprattutto per avere un sostegno, una guida e dei punti di riferimento...
Messico, un paese dove si venera la Vergine di Guadalupe ed allo stesso modo la morte
Fin dall’inizio del mio arrivo in Messico, il primo particolare che ha catturato la mia attenzione sono state le numerosissime rappresentazioni della Vergine che si trovano sparse in qualsiasi parte della città, dalle più tradizionali statue ai graffiti sui muri. Insomma la presenza della Madonna di Guadalupe è costante, in qualsiasi posto si vada, in un ristorante, sull’autobus, lei viene ricordata.
La dirompente importanza del fútbol
Dopo il primo mese di soggiorno in Messico e di lavoro negli uffici del Leonardo Murialdo I.A.P. la principale certezza che ho maturato è una sola: il calcio è la vera, unica, dirompente passione del messicano. Il nostro lavoro, che al momento consiste nella elaborazione di uno studio socio-economico da sottoporre alle famiglie dei bambini e dei ragazzi che frequentano il centro, è infatti costantemente ed inevitabilmente scandito da intervalli di acceso opinionismo sportivo.
Riflessioni
Un mese è quasi passato!
In alcuni momenti mi sembra che siano passati pochi giorni, mentre in altri mi pare di stare qui da tutta la vita.
Aguascaliente è una bellissima città, per il mio vissuto ricorda vagamente Valencia e Catania, la gente disponibile, socievole, sorridente ed il clima caldo ed arido.
Los hidrocálidos, (il nome che si danno simpaticamnete gli abitanti della città) ci hanno ben accolte.
Padre Augustin e gli altri 15 seminaristi che vivono con noi, ci hanno messo fin da subito a nostro agio, facendoci conoscere la città e le due strutture in cui opera l’associazione dei Josefinos, il centro social Reffo e la Parrocchia San José Obrero.
Nella prima settimana di formazione ci siamo dedicate alla conoscenza dei due centri, facendo diverse interviste ai vari attori del progetto (l’amministrazione, i professori e gli alunni).
Questa analisi ci ha permesso di conoscere i diversi punti di vista e di mettere in luce i bisogni, le necessità ed i problemi.
Nelle settimane successive, il nostro lavoro si è incentrato sulla divulgazione del prossimo progetto, la biblioteca virtual, attraverso la partecipazione a diverse riunioni e ad una conferenza stampa.
Questo progetto risulta essere molto importante per il centro Reffo, in quanto da l’ opportunità alle diverse associazioni ed aziende locali di aggiornarsi tramite corsi on line e di essere a conoscenza delle donazioni economiche messe a disposizione dagli Stati Uniti, dal Canada, dal Giappone e dalla Comunità Europea.
Passata la prima settimana, la città è stata travolta dalla feria di San Marcos. Questa feria è la più grande del Messico, dura tre settimane e rappresenta il maggior ingresso economico per Aguascalientes.
Le strade del centro storico, che prima apparivano tranquille, sono state travolte da fiumi di gente, che per 24 ore balla, mangia, beve e si diverte.
Ogni giorno risulta essere un concentrato di emozioni e di meravigliose esperienze di vita.
In questo viaggio mi sta accompagnando la mia collega nonché amica Francesca Vandelli. Insieme affrontiamo i bei momenti ed anche le piccole difficoltà.
Per il momento è tutto.
Hasta pronto
Welcome to Mexico
E’ passata una settimana dal nostro arrivo a Cittá del Messico. Lo spaesamento e il leggero disagio iniziale, presenza immancabile dei primi giorni di ogni viaggio, iniziano ora a sfumare e a perdere di intensità. I luoghi e i volti iniziano a diventare familiari, mentre odori e sapori sempre nuovi iniziano ad essere meno spiazzanti.
Il Messico ci accoglie fin da subito con il caos ed il calore che ci si potrebbe immaginare. Le procedure per uscire dall’aeroporto sono lunghe e confuse e mentre avanziamo sospinti da una folla verso l’uscita una scritta al led luminosa spicca all’interno di un corridoio buio e angusto. Leggo “Welcome to Mexico” mentre una famiglia con figli al seguito mi spintona sulla destra e un inserviente dell’aeroporto mi intima di fargli spazio sulla sinistra. La prossemica, in Messico, ha un significato un po’ tutto suo.
All’uscita ci attendono Padre Enzo, il nostro supervisore (nonché parroco della chiesa a cui è legato il centro educativo e ricreativo in cui andremo a lavorare), Paolo e Rolf (due ricercatori dell’Università di Torino) e una gentile señora il cui nome purtroppo non ricordo. Fuori è buio e fresco e nel tragitto verso casa guardo fuori dal finestrino in cerca di punti di riferimento da memorizzare, con pessimi risultati.
La nostra nuova casa, situata a pochi minuti a piedi dal centro dove lavoreremo, è piccola e accogliente e la cordiale señora Lulù ed il suo ultranovantenne padre don Manuel ci mettono subito a nostro agio. Nei giorni che seguono ci accompagnano alla scoperta del quartiere e ci cucinano piatti sempre saporiti e abbondanti. Lulù si vanta di avere una dieta equilibrata e sana, a differenza di molti altri suoi connazionali (il Messico è il paese più obeso al mondo), mentre l’unica difficoltà iniziale è nell’abituarsi ai diversi orari di pasto: pranzo intorno alle 16 e cena verso le 23.
Impariamo quindi a conoscere la nostra colonia di San Juan de Aragón, nella delegazione di Gustavo A. Madero (circa un milione di abitanti). Veniamo introdotti ai vicini di casa e accompagnati tra i colorati e caotici mercati di quartiere. E’ bello constatare come anche all’interno di una città da 20 milioni di abitanti il senso di comunità sia più vivo che mai. Ben più vivo di quanto abbia mai percepito nella mia città, che di abitanti ne fa sì e no 40.000.
La formazione
Il primo approccio con il centro educativo e formativo Leonardo Murialdo IAP è caloroso e accogliente. Grazie anche alla presenza di Paolo e Rolf (i due ricercatori dell’Università di Torino) veniamo subito integrati alla perfezione nello staff locale che si dimostra aperto e molto ben disposto nei nostri confronti. Alfonso, il nostro mentore, ci accompagna per il centro descrivendoci le attività svolte. Laboratori di computer, sale lettura, palestre, lezioni di taekwondo e cheerleader (questi ultimi forniti da scuole private), laboratori di parrucchiera e cucina ma soprattutto molta musica sono le principali attività proposte alla comunità. Una simile offerta è un grande patrimonio per i ragazzi della zona, che hanno a disposizione alternative credibili alla noia della strada.
Dopo esserci fatti spiegare l’oggetto della ricerca da parte di Rolf e Paolo e di come questa andrebbe approfondita, cerchiamo insieme ad Alfonso di capire quale sarà il nostro ruolo all’interno del CEPTRA. Il nostro supervisore ci spiega la sua perplessità riguardo la capacità del centro di attirare ragazzi provenienti da situazioni di povertà estrema e la difficoltà di elaborare strumenti di monitoraggio adeguati in tal senso. Sarà nostro compito, in un primo momento, provare a sviluppare e a proporre tali strumenti.
Nella prima settimana facciamo anche in tempo a stringere amicizia con alcuni ragazzi che quotidianamente frequentano il CEPTRA (Centro Educativo Preparación al TRAbajo) e a sfidarli in un torneo improvvisato di calcio balilla. La pallina è una sfera del mouse e i giocatori un po’ scassati, ma il divertimento non ne risente. Ci troveremo bene, ne sono certo.
Marco Dalla Stella, Volontario con Servizio Volontario Europeo in Messico