Volontari
30Nov/190

Tra Lamiere e Fango

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Guardo la mamma mentre lava il bucato e un raggio mi colpisce il viso, costringendomi a socchiudere gli occhi ancora addormentati. Mi ha sempre affascinato la sua capacità di mantenere la schiena così retta, anche quando, piegata per ore e ore, cerca di togliere la polvere e il fango dai vestiti miei e dei miei fratelli.

Mi chiamo Maina e vivo a Deep Sea. Deep Sea è uno dei tanti slum (baraccopoli) di Nairobi. Io non conosco tante cose del mondo, ad essere sincero neppure di Nairobi, ma ho sentito dire da alcuni ragazzi più grandi che la capitale del Kenya conta un’infinità di luoghi come questo, che raccolgono circa il 60% della popolazione. Non so bene cosa significhi, ma mi piace pensare di non essere solo in questa realtà.

2Mag/180

TI SEI FATTO STRANIERO E TI HANNO ACCOLTO

Accogliere, essere accolti, reimparare, servire e credere.

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Troppo spesso ormai si sente parlare di accoglienza, di immigrazione, di integrazione. Tutti temi scottanti, che fanno scaldare gli animi, temi che per molti sono motivo di rabbia, di critica, di incomprensione. Tutti i popoli sono stati migranti, ma non tutte le genti sanno anche solo immaginare che cosa significhi essere stranieri. Che cosa significa allora farsi straniero? Non si è di certo stranieri quando si parte in vacanza per un paese esotico, e non si è stranieri nei panni del turista, piuttosto, lo si è quando ci si ritrova completamente immersi in una cultura talmente lontana che a tratti sembra di essere salito su una macchina del tempo, lo si è quando ci si ritrova a mille miglia lontano da casa, dai volti conosciuti, dai modi di fare familiari, dalle proprie abitudini, dalla propria cultura, lo si è quando l’unico a conoscerla sei tu. Si è stranieri quando ti capita di capire che i discorsi che fai con le persone vengono interpretati, alle volte, in maniera così diversa che sarebbe difficile persino raccontarle, queste maniere.

7Ott/150

I remember when I went to school…

marianna e daniela kenya

Tra i banchi di scuola disposti in fila, due per banco a condividere uno spazio comune con quel compagno da cui copiare una lezione mancata o quel compito in classe per cui non avevamo studiato. Sono ritornata fra i banchi di scuola dopo quasi 10 anni, ma in una dimensione nuova dove libri sgualciti si trovano adagiati in pile su una finestra sporca, dove tre persone stanno sedute su panche di legno che non hanno schienali, dove non c'e' il pavimento ed il tetto e' in lamiera, trattiene il calore in estate e il freddo in inverno e con la pioggia incessante non ci si sente piu'.

I remember... I miei banchi di scuola dove decine di chewingum erano attaccate mentre qui a stento intravedo una penna che scrive su un foglio ingiallito che domani un topino affamato sgranocchiera'...

Daniela Romano, Volontaria con il Servizio Civile in Kenya