LA DESPENSA COMUNITARIA DEL CENTRO REFFO A.C.
Solidaridad II è un quartiere periferico all'estremità sud-orientale della città di Aguascalientes, negli altopiani del Messico centrale. Questa colonia, così vengono chiamati i barrios messicani, vede la presenza di un alto indice di povertà e di marginalità sociale, nonostante ci troviamo in uno degli stati messicani (Aguascalientes) con il maggior indice di crescita economica e di sviluppo industriale. Tuttavia qui la mancanza di risorse, e talvolta la miseria vera e propria, è tangibile e tastabile con mano: la maggior parte delle case che si articolano disordinate a cavallo dell'Anillo Periferico “Siglo XXI” hanno pochi servizi e tetti in lamiera, che portano le temperature interne a salire inevitabilmente.
Da diversi anni, il centro Reffo AC, attivo sul territorio dal 1995, porta avanti un'iniziativa assistenziale per ammortizzare la carenza di risorse delle famiglie, la “despensa comunitaria”, grazie alla quale viene fornito gratuitamente ogni venerdì un paniere di beni alimentari a chiunque si presenti a richiederlo, in un cortile sul retro della parrocchia di San Josè Obrero.
La mattina alle 8 del venerdì ci si ritrova tra diversi volontari, si caricano i carrelli e decine di casse vuote sul furgone del centro Reffo e si aspetta puntualmente qualche ritardatario. Don José alla guida e noialtri 5/6 volontari stipati dietro insieme alle cassette: la meta è sempre la stessa, l'immenso mercato ortofrutticolo “Agropecuario” di Aguascalientes, dove sono presenti decine e decine di attività, brulicano e lavorano centinaia di persone, e che ogni giorno della settimana è frequentato da migliaia di clienti e avventori. Giunti in mezzo al marasma s'improvvisa un parcheggio per il mezzo e, con carrello alla mano, ci si divide in squadre e si parte alla volta della “colecta alimentaria”. Spesso non si fa nemmeno in tempo a pronunciare la frase rituale “Somos del centro Reffo, del proyecto de despensa comunitaria para los pobres..” che i proprietari delle diverse attività commerciali indicano a uno dei loro trabajadores di donarci una cassetta di frutta o verdura. Qualche papaya, un casco di banane, due meloni, una manciata di avocado e di zucchine, un'intera cassetta di pomodori e chile, per chi è più generoso, un caloroso saluto seguito da un “muchas gracias!” e man mano si riempiono tutte le casse di plastica portate al mercato. In alcune ore si riesce a racimolare diversi quintali di frutta e ortaggi, finché il furgone straripa di beni alimentari.
Intorno alle 13, non prima di aver recuperato le energie con un paio di burritos o di tacos, siamo pronti a rientrare a Solidaridad II, dove velocemente scarichiamo le decine di casse piene. Ad aspettarci ci sono un altro paio di volontari, pronti a ordinare il tutto e a suddividere equamente gli alimenti in parti uguali.
Nel pomeriggio, dalle 16 in poi, inizieranno ad accorrere nel cortile della parrocchia di San Josè decine di persone della zona per aggiudicarsi un sacco di frutta e verdura. Se dovesse infine avanzare qualcosa, nei giorni successivi viene allestito un banchetto per vendere a qualche pesos i generi alimentari rimasti.
Nonostante i programmi di assistenza governativi, comunque insufficienti ed inadeguati a sobbarcarsi il carico dei bisogni quotidiani degli indigenti, sono iniziative come questa, se pur residuali e dal carattere prettamente assistenzialista, a poter permettere un approvvigionamento costante di generi alimentari per chi ne abbia più necessità.
Gianmarco Peterlongo, Volontario con il programma di ricerca UNICOO dell'Università di Torino
ad Aguascalientes, Messico
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