Sette il numero perfetto

Il numero Sette esprime la globalità, l’universalità, l’equilibrio perfetto e rappresenta un ciclo compiuto e dinamico. Considerato fin dall’antichità un simbolo magico e religioso della perfezione, perché era legato al compiersi del ciclo lunare.

Sette sono i mesi della mia esperienza messicana ed ho deciso di partire da questa base numerica per una piccola descrizione di ciò che ho vissuto anche se la crudeltà del verbo scritto non mi permetterà di farvi vivere ciò che in verità mi è stato trasmesso.

Sette punti per questo mio settimo articolo...

Uno. O meglio dire una, la compagna di viaggio, di vita ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette, niente o troppo da dire semplicemente un grazie per tutto ciò che abbiamo condiviso scoperto e accettato.

Due. I kg di tortillas che mi han cambiato le giornate, tutte le mattine infatti Luis, produttore e venditore di tortillas, dona due kilogrammi di tortillas al centro educativo ed io passo a raccogliere la donazione da questo signore che con la sua allegria e la sua semplicità mi ha donato un sorriso e spesso cambiato l’umore con le sue battute ed il suo modo di essere, un ottimo modo per iniziare la giornata perdendo spesso più di qualche minuto a chiacchierare con i Padri spazientiti che mi aspettavano in macchina.

Tre. Tercero y cuarto le due classi che mi son state assegnate fin dall’inizio che con impegno e spesso non molto successo sono riuscito a portarmi avanti per tutti i sette mesi conoscendoci, prendendoci le misure, divertendoci ma soprattutto volendoci bene.

Quattro. I Padri con la quale ho convissuto in questi mesi e che mi han sempre fatto sentire a Casa, ognuno a modo suo e ognuno con una caratteristica che mi rispecchia: Padre Giuliano “il veneto”, Padre Chuy “il tifoso”, Padre Livio “lo spirituale” e Padre Jonathan “il ribelle”.

Cinque. I giorni lavorativi di una settimana, ognuno con la sua particolarità all’interno dello SVE: Lunedì, il giorno della tranquillità ogni cosa si svolge con la tranquillità di un mare piatto.

Martedì, tutto va storto e la settimana sembra prendere una piega orribile unica cosa positiva il tour a raccogliere le varie donazioni che vengono concentrate tutte in questo giorno.

Mercoledì, le cose sembrano sistemarsi soprattutto dopo l’ora di ginnastica con i ragazzi di primero, segundo, tercero e cuarto tutti assieme.

Giovedì, la settimana si sta per concludere e tutti i giovedì viene un collegio “particular” a prestare servizio presso il centro educativo quindi giornata soft.

Venerdì, il giorno più bello della settimana un successo dopo l’altro nonostante spesso manchino molti dei maestri e bisogna fare dei numeri eccezionali per riuscire a coprire tutte le classi con un insegnante.

Sei. I luoghi che mi resteranno dentro del Messico e precisamente i quest’ordine:

• Hermosillo con tutta la gente che ho conosciuto e che mi ha lasciato un segno, con il suo sole infuocato, i suoi cactus e i suoi monti.
• La spiaggia di Tulum con il mare cristallino, la sabbia come borotalco, le rovine Maya alle spalle, la luna piena e l’acqua che mi accolse come una ninfa.
• San Cristobal con la sua magia ed i suoi mercati colorati e puzzolenti.
• Sinaloa lo stato messicano che piu mi è piaciuto a livello di natura, cultura e clima.
• Creel piccolo paesino del Chihuahua sperso in mezzo i monti, territorio degli indigeni Tarahumara con un’energia unica di armonia con la natura.
• Oaxaca città con una cultura artistica e culinaria ineguagliabile.

Sette. Le lettere che compongono la parola CORRIDO, genere musicale messicano, che mi ha totalmente catturato in questi mesi e che è stato la colonna sonora di un po tutta l’esperienza. Per questo mi “despido” con una canzone in particolare che mi ha accompagnato in tutti i sensi e se avete piacere di ascoltarla ve la dedico a tutti voi lettori – Banda Los Recoditos, Mi ultimo deseo.

 

Maicol Zambon, Volontario in Messico con il Servizio Volontario Europeo