Volontari
17Ott/130

“Donde termina la cultura y empieza la carne asada”

2013-10-13 20.07.01

José Vasconcelos, scrittore e filosofo messicano di fine Ottocento giunto a Sonora disse che si trovava “donde termina la cultura y empieza la carne asada”.

In effetti Hermosillo, città nel cuore dello stato di Sonora, non offre quella ricchezza culturale per cui è mondialmente conosciuto il Messico, le grandi piramidi Maya sono lontane migliaia di chilometri da qui… così come la grande e imponente capitale...

La gente di qui riporta le parole di Vasconcelos con un misto di vergogna e indignazione, ma un attimo dopo ci tiene a sottolineare con gran dignità che qui hanno sempre lottato per sopravvivere ed il tempo per la cultura proprio non ce n’era (del resto in un posto desertico dove manca l’acqua e battono sulla testa 45 gradi centigradi è facile intuire che la voglia di filosofeggiare o costruire enormi costruzioni in pietra possa mancare).

Hermosillo è una città troppo vicina agli Stati Uniti per essere pienamente messicana, ma allo stesso tempo abbastanza distante dai gringos e ben protetta dal deserto che la circonda da riuscire a conservare quel suo fascino magicamente affascinante.

Appena arrivi ti chiedi dove sei finito: i giovani portano berretti da rapper e amano il baseball, gli anziani camminano per strada con grandi cappelli in perfetto stile texano, i jeans a vita alta e le mani in tasca come dei veri rancheros, ma in ogni radio della città suona musica mariachi. Qui tutto è formato XXL: giganti auto e jeep, enormi centri commerciali nei grandi boulevard, grosse pance piene di birra, dimensioni dei pasti extra large, così come le bottiglie di Coca Cola.

Come sempre ciò che vedi ad una prima occhiata non è quello che è in realtà. Il centro Educativo San Leonardo Murialdo, centro in cui siamo impiegati come volontari ne è la conferma. Lontano dal centro ricco e opulento, qui si vive con poco. Il Centro è ubicato nella colonia Ladrilleras, le case del quartiere sono per la maggioranza in cartone, spesso sono molto piccole e vi vivono famiglie con sei-otto figli. Il Centro diventa quindi la seconda casa per molti, innanzitutto perché qui i bambini ricevono 3 pasti garantiti al giorno, inoltre vi è un aiuto costante nei compiti per casa, oltre che attività ludiche come musica canto e attività manuali o  sportive. Nel centro lavorano prevalentemente volontari, i più giovani sono ex alunni del centro, le donne sono le madri dei bambini che frequentano il centro e le maestre sono docenti in pensione.

Qui non c’è molto tempo per i capricci, si gioca con poco, una corda, a pestarsi i piedi o con un pallone. E poi si litiga, ci si rincorre, ci si rotola nel pavimento polveroso come si faceva in tutto il mondo prima dell’avvento degli smartphones, dei videogiochi e dei computers.

L’atmosfera è rilassata, le donne scherzano sedute sulle panche, le volontarie si prendono in giro, i padri sono benvoluti e rispettati.

columpios

In tutta questa cornice ci siamo io e Maicol, il mio compagno di avventura: intenti a faticare nel capire cosa dicono i bambini che parlano alla velocità della luce, ad imparare nuove regole e nuovi orari, a metterci in gioco e in discussione.

Perché quando ti chiedono “Perché sei così bianca maestra?” ti senti diversa, quando ti dicono che a 26 anni sei vecchia, perché la loro madre di anni ne ha solo tre più di te ma ha già cinque figli ti senti strana, perché quando ridono per il tuo accento ti senti in difficoltà.

Però da quando sono qui non è passato un minuto in cui io non abbia pensato che è proprio qui che voglio stare e che mi sento bene, pronta a conoscere e vivere la mia nuova realtà

 

ninos

 

Claudia Prudencio Vargas, Volontaria in Messico con Servizio Volontario Europeo

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