La mia giornata inizia sempre con abbracci e sorrisi. Vivo in una casa adiacente al centro, e già dalla strada si percepisce l’arrivo dei bambini. Mentre finisco di fare colazione, posso sentire gli schiamazzi dei bambini del Cacais che, entusiasti, entrano dal cancello giallo principale. Poco dopo, il suono della campana segna l’inizio delle attività: i bambini devono entrare nelle rispettive aule, suddivise per fasce di età. Così, vengono chiamati per nome e accompagnati verso le aule: aule di 6-7 anni, 8-9 anni, 10-12 anni e 13-15 anni e anche un piccolo gruppo di 3-5 anni, collocato un poco più distante rispetto alle altre aule, in un edificio dietro le tribune del campo da calcio.
Le attività del centro cominciano con il rinforzo scolastico. In questo primo momento, i bambini svolgono i compiti assegnati dalla scuola, e per coloro che necessitano di supporto, sono a disposizione i professori del centro. A volte, però, non tutti hanno compiti da fare, quindi vengono proposti esercizi individuali o di gruppo per rafforzare le competenze scolastiche. Ho cercato fin da subito di rendermi disponibile ad aiutarli nelle loro attività e dove vedevo che c’erano ragazzi senza attività, chiedevo loro dove si sentivano carenti e successivamente sviluppavo degli esercizi in modo che non rimanessero senza attività da fare. Riporto alcuni esempi di attività da me proposte per il rinforzo scolastico:
- Nella classe dei 6-7 anni, nei primi giorni, ho pensato a un semplice gioco educativo per iniziare a conoscerli. Ho chiesto loro i nomi e poi li ho invitati a mettersi in fila indiana, seguendo l’ordine alfabetico. Un gioco divertente che, oltre a intrattenerli, li aiutava anche a migliorare la loro capacità di ordinare e memorizzare le informazioni.
- Nella classe 10-12 anni, c’era un bambino che aveva bisogno di rafforzare la lettura della lingua portoghese. Gli ho dato un testo da leggere ad alta voce e gli ho chiesto di identificare i verbi nel testo. Alla fine dell’esercizio, gli ho chiesto se avesse capito l’attività e lui è stato in grado di ripetere correttamente le istruzioni. Ero davvero soddisfatta: nonostante le difficoltà iniziali con la lingua, ero riuscita a comunicare efficacemente con lui, l’attività era risultata utile e funzionale per il suo apprendimento. Il bambino è riuscito a mantenere la concentrazione per tutta la durata dell’esercizio.
Queste esperienze quotidiane mi hanno permesso di imparare tanto, non solo sui bambini, ma anche su come personalizzare il mio approccio per aiutarli a crescere e a superare le loro difficoltà. Dopo questo primo tempo dedicato al rinforzo scolastico, sono seguiti due tempi dedicati ai laboratori. I laboratori in questione sono: musica (chitarra, percussioni e tastiera), cura dell’ambiente, capoeira, artigianato, teatro, sport, formazione umana e informatica. Partecipare a questi laboratori ha un impatto significativo sullo sviluppo educativo dei bambini, arricchendo e diversificando la loro esperienza scolastica e personale. Ogni laboratorio offre un’opportunità unica per esplorare e sviluppare diverse competenze, sia cognitive che emotive, favorendo una crescita.
Riporto una piccola condivisione di un laboratorio, che ho avuto l’opportunità di condurre:
Ho condotto un’attività con i bambini e i ragazzi di età compresa tra i 6 e i 15 anni(suddivisi in due momenti separati, prima turno 6-9 anni e poi turno 10-15 anni) focalizzandosi sul tema del consenso e del rispetto del “sì” e del “no”.
L’attività si è svolta in due fasi: inizialmente, ho chiesto ai bambini come si comportavano quando hanno bisogno di qualcosa da un compagno, come una penna o una gomma. Le risposte sono state diverse: alcuni hanno detto di domandare prima di prendere, mentre altri, più coraggiosi o sinceri, hanno ammesso di prendere senza chiedere. Per rendere l’esercizio più concreto, ho proposto un’attività pratica. Ho disposto due sedie al centro della stanza e, a turno, due bambini si sedevano su di esse con due oggetti personali in mano. Gli altri bambini dovevano alzarsi, andare verso di loro e chiedere, ad esempio: “Posso prendere questa penna?”. Dopo aver ricevuto la risposta, che fosse un “sì” o un “no”, dovevano rispettare la decisione senza insistere o forzare la situazione. In caso di “sì”, era importante ringraziare, mentre se la risposta fosse stata “no”, era importante che accettassero senza resistenza. Durante l’attività, ho sottolineato l’importanza di rispettare le scelte degli altri, senza prendere con la forza, e di prendersi cura degli oggetti presi in prestito, senza danneggiarli. Al termine dell’attività, abbiamo formato un cerchio e ho chiesto ai bambini di condividere le loro impressioni e riflessioni. La discussione mi ha confermato che l’attività era stata compresa e ho incoraggiato tutti a riflettere su come applicare nella vita quotidiana i valori del rispetto e della condivisione.
Piano piano, dentro questa esperienza, sto conquistando le mie piccole soddisfazioni. Sto imparando ad essere più paziente, cercare di vedere tutto quello che vivo come un apprendimento costante. Provo molta gratitudine perché mi rendo conto dell’opportunità e privilegio di essere qui e poter fare questa esperienza.
Chiara