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29Apr/140

GUINEA BISSAU AL VOTO

Si sNuova immagine 2ono svolte in un clima disteso e altamente partecipativo le elezioni che hanno portato alle urne quasi 800.000 cittadini della Guinea Bissau lo scorso 13 aprile.

File ordinate e silenziose di persone all'ombra degli alberi di mango attendevano di esprimere la propria preferenza sui 13 candidati alle presidenziali e sui 15 partiti alle legislative per il rinnovo dell'Assemblea Nazionale. Scheda bianca con striscia blu o con striscia rossa con dentro i nomi ma anche le foto dei candidati, dall'altra parte della strada tavolini di plastica con sopra tovaglie rosse e grandi contenitori di plastica dove porre le schede e un po' più in là un grande cartone tenuto in piedi da delle pietre con dall'altro lato una sedia come cabina elettorale e l'immancabile boccetta di inchiostro nero a far diventare ancora più scuro il dito dei votanti come segno da molti mostrato con orgoglio di un diritto esercitato. La distanza di latitudine mostra anche in questo caso differenze logistiche che fanno sorridere...

Anche la campagna elettorale non si è svolta proprio come si potrebbe immaginare: oltre ai tipici comizi di piazza e ai cartelloni con facce e slogan di partito che tappezzano la città, caratteristiche fondamentali sono stati onnipresenti macchine e camioncini strombazzanti musica varia, pieni di ragazzi con magliette e cappellini del candidato di turno.

Gli aspetti folkloristici non devono però far perdere di vista la portata storica del momento che la Guinea Bissau ha vissuto a due anni esatti dall'ultimo di una lunga serie di colpi di stato che hanno impedito al Paese di raggiungere un minimo di stabilità istituzionale e politica per intraprendere un cammino di sviluppo economico che possa assicurare almeno i servizi minimi fondamentali come sanità, istruzione, luce, acqua e infrastrutture, oltre a condurlo in una condizione di isolamento internazionale e di insicurezza generale.Nuova immagine 3

La gente che ha partecipato in massa a queste consultazioni ha espresso voglia di cambiamento e fiducia nel futuro, a dimostrazione del fatto che il popolo è ben cosciente del valore della democrazia e dell'importanza di avere un governo e un parlamento trasparente, efficiente e che possa insidiarsi almeno questa volta, senza interferenze da parte dei militari e che non sta nel popolo ma nella corruzione dei governi la ragione dell'impossibilità di innescare processi di sviluppo reali e duraturi.

I risultati ci tengono ancora in sospeso: alle legislative il PAIGS (storico partito che ha guidato l'indipendenza della Guinea Bissau e di Capo Verde dai Portoghesi) ha vinto nonostante abbia perso numerosi seggi rispetto alle precedenti elezioni, assicurando a Domingos Simões Pereira il posto di Primo ministro; la corsa per la carica di Presidente, invece, resta ancora aperta tra il candidato del PAIGS Jomav, che ha vinto di misura sugli altri candidati senza però riuscire a raggiungere la maggioranza assoluta dei voti e l'indipendente Nuno Nabiam, sostenuto però dal secondo partito guineense, il PRS. L'appuntamento è fissato per il 18 maggio.

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Nota di costume: circa un mese fa è morto l'ex presidente Kumba Iala, storico rappresentante del PRS che appoggiava Nuno Nabiam. Il suo funerale si è svolto solo venerdì 25 Aprile in quanto i rappresentanti del suo partito alla sua morte avevano affermato che il corpo sarebbe rimasto insepolto fino alla vittoria. Questa ancora non c'è stata ma evidentemente non si poteva più aspettare!

Antonella Alessi, Volontaria in Guinea Bissau con il Servizio Volontario Europeo

 

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