Accoglienza emotiva
Brasile

Accoglienza emotiva

L’esperienza di servizio civile descritta da Chiara evidenzia come l’accoglienza emotiva, la consapevolezza del tempo e l’apertura alle piccole gioie quotidiane la stiano trasformando.

Accoglienza credo sia la parola emblematica di questa esperienza.

È una parola che rappresenta bene l’esperienza di servizio civile che sto vivendo.

In generale, mi sento in una fase di accoglienza di quello che vivo, provo e sento, di conseguenza mi permette di essere aperta alle sfide quotidiane e gioire delle piccole cose. Un semplice abbraccio al mattino da parte dei ragazzi del centro, mi riempie di amore e mi porta molta energia, soprattutto quando si sente la mancanza dei propri affetti, il calore dei bambini colma un po’ quella nostalgia. In questa esperienza, sto imparando ad ascoltare il mio corpo, le mie emozioni e i miei pensieri, cercando di accogliere senza giudizio o resistenza. Accolgo le emozioni che mi fanno dubitare, demoralizzare, frustrare a quelle che mi motivano, mi incoraggiano e mi emozionano. Ogni sentimento che mi mette alla prova è un avanzamento nel mio cammino di consapevolezza.

Qui in Brasile si dice “vivençia” per indicare che bisogna vivere per poter conoscere. Spesso anche gli stessi brasiliani, almeno quelli con cui io ho interagito, mi hanno spiegato che a volte per capire veramente cosa sta succedendo bisogna vivere l’esperienza o avere pazienza che il tempo faccia il suo corso per poter essere pronti a ricevere quella conoscenza.

Mi focalizzo un momento su quest’ultimo aspetto: “il tempo”.

Una cosa che sto imparando, vivendo la cultura brasiliana, è prendersi il tempo, un tempo di essere presente e focalizzata. Un tempo per apprendere le cose. Abituati a vivere in una società che corre, consumista e che vuole tutto immediatamente, ci dimentichiamo il valore delle piccole cose: come nell’apprezzare un semplice abbraccio, una conversazione in cui ci si guarda negli occhi, ci si presta reciprocamente attenzione e ascolto o il piacere di mangiare insieme un mango.

Ecco, parlando di mango…qui in Brasile è stato un vero colpo di fulmine! Ma non è solo lui a farmi sorridere, giorno dopo giorno sono sempre più sorpresa e curiosa. Frutti colorati e buoni, come “acerola”, un frutto piccolo e tondo simile alla dimensione di una ciliegia e che possiede tutte le sfumature del rosso e qualche sfumatura di arancione. Un altro frutto meraviglioso e amorevole è “goiaba”, ricoperto da una buccia gialla e a volte verde, ma dentro nasconde un colore rosa acceso, il suo sapore è dolcino. Ma il mango… ah, il mango! Esistono tantissime varietà, quando viene inserito nella cavità orale, le papille gustative fanno le feste. Quindi, credo che prendersi il tempo per assaporare la vita, come un buon frutto tropicale, ne valga la pena.

Il servizio civile è un’esperienza che può arricchirti in tante sfaccettature, tutto dipende da come si decide di affrontare questa esperienza, dall’attitudine, predisposizione e motivazione che può portare a voler scegliere di fare questa esperienza e servizio. Sento che questa avventura mi sta portando arricchimento personale perché mi sento più sicura di me e di questo sono fiera, perché era un aspetto che per me era molto importante acquisire.

Grazie a questa condizione di accoglienza e ascolto in cui sono, sto riscoprendo e riconoscendo le mie capacità. In questi mesi ho provato ad esprimere come mi sento e cosa voglio trasmettere attraverso la stesura di alcuni testi musicali con il mio ukulele, emozionandomi mentre suono e canto. Condividere questa parte di me con i bambini del centro, nonostante la mia timidezza, è stato un passo importante. Mi ha insegnato che quando credo in me stessa e nel valore del mio lavoro, riesco a trasmettere la mia luce. Credo che ciascuno di noi abbia un potenziale che può brillare.

Infatti una parte del testo di una canzone che ho scritto recita questo:

“La verità la scopri quando sei in apertura,

ascoltati da dentro

e trova la tua chiave.

La chiave è la stella e la tua guida, osserva, ascolta e ama

la luce è con te.”

Inoltre, ho avuto modo di condividere con i bambini, un testo che ho scritto in portoghese che si intitola: “a vida é uma sò” (la vita è una sola). A loro è piaciuta molto che mi hanno chiesto se potevano scriverla sul loro quaderno per poi studiarla. Mi ha commosso e mi ha emozionato sapere che avevano voglia di cantarla con me. Infatti, abbiamo avuto, successivamente, un momento per cantarla insieme ed è stato intenso e bello. La prima volta che l’ho cantata, c’erano due bambini che mi stavano ascoltando e io chiesto loro che emozione avessero provato e loro mi hanno risposto: “calma e tranquillità”, poi ho chiesto loro, quale colore avrebbero associato a questa canzone e mi hanno risposto il bianco.

Voglio sottolineare l’importanza di prendersi il tempo per essere presenti e apprezzare la bellezza dei piccoli ma ricchi gesti, come un abbraccio o una canzone condivisa. Questo percorso sta trasformando profondamente la mia vita. Mi sta insegnando che ogni difficoltà può diventare una lezione e che il tempo, preso con consapevolezza, è uno degli strumenti più potenti per crescere. Oggi, mi sento più sicura, più creativa e, soprattutto, più aperta al mondo. Il servizio civile non è solo un’opportunità di apprendere competenze pratiche, ma anche una chance di crescita emotiva, di accoglienza e di arricchimento interiore. E so che ogni passo che faccio mi avvicina sempre di più alla versione migliore di me stessa.

Chiara

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