SERVIZIO CIVILE, UN ANNO DI SOGNI CONDIVISI
Che dire della mia esperienza del Servizio Civile ... Quando chiudo gli occhi vedo i colori, i sorrisi, le lacrime, i capricci dei bambini che non vogliono fare i compiti, le espressioni dei più piccoli che mi fanno promettere che quello sarà l'ultimo boccone di cereali e poi basta, e il mio patto: “Ok, però un boccone grande grande, perché devi crescere, diventare grande grande, forte forte per poi da grande diventare dottore per curare la nonna, o veterinario per salvare i cagnolini che vengono investiti, o pilota per girare il mondo ...” e le loro meravigliose facce, incerte e stupite, che con molta poca convinzione buttano giù quel boccone …
GIOVANE RESPONSABILITA’ SOCIALE
La responsabilità sociale è un argomento che nel mondo in cui viviamo oggi non si può trascurare; è uno dei doveri che ogni uomo o donna dovrebbe far suo, in qualunque campo lavori.
Ho avuto modo di presentare le attività del Centro Reffo presso il ROTARACT di Aguascalientes e mi sono resa conto che per certe cose non è mai troppo presto. Il ROTARACT è un club patrocinato dal Rotary International che riunisce i più giovani, le brillanti promesse del futuro di un paese, di una società. Qui ad Aguascalientes il gruppo è ben formato ed ha un potenziale promettente.
I ragazzi e le ragazze che vi fanno parte sono tutte persone impegnate nello studio e nel lavoro: chi si occupa di legge, chi di medicina, chi di ambiente, chi di amministrazione, chi di finanza… Tutti sono anelli di una catena di montaggio per il futuro e la crescita del loro paese. È sicuramente ammirevole da parte loro l’impegno nell’incontrarsi ogni mercoledì sera per conoscere tematiche differenti e dibatterne e ad attivarsi per organizzare raccolte fondi ed eventi in proposito. C’è da sottolineare, però, che stiamo parlando di giovani promesse appartenenti a famiglie con un certo livello di sicurezza economica e di istruzione che non è così facile avere in questo paese.
Nonostante si tratti di ragazzi e ragazze nati e vissuti ad Aguascalientes, di problematiche della zona est della loro città non avevano sentito parlare molto. Mentre mostravo loro alcune foto dei barrios (quartieri) come Salto de Ojocaliente, Solidaridad I, II, III, IV, Infonavit Morelos, Bajio de las Palmas, ho visto nei loro occhi stupore e ascoltato nelle loro parole incredulità. È qui che ho espresso loro un mio parere riguardo la loro crescita personale e professionale: non si può prescindere dai problemi che ci circondano.
Molto spesso si pensa che le questioni riguardanti povertà, istruzione, sanità, sicurezza appartengano solo a realtà diverse o lantane dalla nostra. In realtà non è così. Alla porta accanto ci può essere una persona o una famiglia in difficoltà e non si può far finta di niente o non accorgersi di tutto questo. Per fare qualcosa di grande bisogna iniziare dalle cose più piccole.
È così che il gruppo del ROTARACT si è attivato per far avere una donazione all’apoyo escolar del Centro Reffo A.C. e si è impegnato a ricevere due dei nostri progetti, uno riguardante le attività didattiche e l’altro attinente il programma di despensas. Grazie ai ragazzi e alle ragazze del ROTARACT di Aguascalientes. Insieme “facciamo il bene e lo facciamo bene”.
Viviana Turco, Volontaria in Servizio Civile in Messico
DE “LA RES PUBLICA” DI AGUASCALIENTES
Ho avuto l’opportunità di partecipare a quello che qui ad Aguascalientes è “l’evento dell’anno”, cioè il Primer Informe dell’Alcalde. Si tratta di una conferenza pubblica in cui il Presidente del Municipio (attualmente Juan Antonio Martin del Campo), insieme con tutti i regidores (sarebbero l’equivalente dei nostri assessori), informa la cittadinanza riguardo al primo anno di attività (l’attuale amministrazione è entrata nel 2013) svolte e risultati ottenuti con il loro lavoro. Si tratta di un evento importante a cui partecipano televisioni pubbliche e private, testate giornalistiche, istituzioni e personalità importanti a livello imprenditoriale.
La Pastorela
Con i ragazzi di secondaria del apoyo escolar de la Parrocchia di San José Obrero quest’anno abbiamo deciso di organizzare una Pastorela per la posada natalizia di fine anno.
La Pastorela non è solo la rappresentazione teatrale della nascita del Bambino Gesú, come siamo abituati noi in Italia con il Presepio vivente, è molto di più: è un misto tra teatro, fede e divertimento. Come genere teatrale fu creato e introdotto in Messico dai Missionari Francescani, il primo ordine religioso che arrivò nel Nuovo Mondo nel XVI secolo.
Perche’ TODOS SOMOS AYOTZINAPA!
“¿¿Porque, porque, porque nos asesinan si somos la esperanza de America Latina??”
Da ormai due mesi vado a dormire con questo ritornello che mi gira nella testa: “Perché, Perché, perché ci assassinano se siamo la speranza dell’America Latina???”. E’ il grido disperato degli studenti Messicani, e di tutta la società civile, indignata per gli ultimi inquietanti fatti avvenuti qui in Messico.
Assassinare studenti, far scomparire migliaia di persone “scomode”, mettere a tacere la protesta con la violenza e la paura.. una macabra abitudine dei Governi in questa parte del mondo, una consuetudine che la popolazione sembra non essere più disposta ad accettare..
Ma cominciamo con la cronaca dei fatti.
Daniela, una storia come tante…
Daniela, 16 anni, a fine agosto avrà il suo primo bimbo, probabilmente una bimba.
Maria del Refugio, 35 anni, una mamma distrutta dal dolore.
Oggi il nostro progetto di “Adopciones a distancia” ci ha portate in questa casetta nella periferia dell’estremo oriente della città, dove vive Miguel, un bimbo di 8 anni, che dovrà scrivere la letterina di Natale al suo padrino in Italia. In pieno luglio. La signora ci fa entrare, la mia compagna di lavoro la conosce ormai da anni, le chiediamo come va, come stanno i suoi figli; poi, le chiede della figlia più grande, Daniela.
“¿Daniela? No, ¡pues ya está panzona! ¿Tú crees? Se fue con un chamaco. Se la robó en diciembre. ¿Tú crees? Está loca, estos chicos estan locos. Y ya...Ya no vive con nosotros”...
PICCOLE DONNE…CRESCIAMO
Aguascalientes, una città nel Messico centrale. Ho pensato che qui si può conoscere il vero Messico, nel cuore del paese. Una città piccola, mi avevano detto. Cosa sono, in fondo, quasi ottocentomila persone?! Iniziando a inserirti nei gruppi dei bambini, dei ragazzini dell’apoyo escolar e le persone che collaborano con l’organizzazione e la parrocchia, ti presenti e le prime cose che ti chiedono sono, ovviamente, il nome, da dove vieni, perché sei qui, QUANTI ANNI HAI…e quando pensi che la conversazione mantenga un livello perlomeno inizialmente formale, a bruciapelo ti senti chiedere “HAI FIGLI?”. E ti domandi: “Cosa c’entra in questo momento?” ...
ep. 6 – i tempi morti, i libri e la sovversione
Nel vecchio continente non è così raro vedere qualcuno con un libro in mano, che legge. Niente di cui stupirsi. A volte si cede all’irresistibile tentazione di sbirciarne il titolo, e può capitare di imbattersi in qualche volume dei cari Volo o Moccia, o nelle 50 sfumature del colore del momento. Si storce il naso, ma niente di più.
Quì in Messico, o per lo meno ad Aguascalientes, dove un testo classico costa almeno come cenare fuori, invece è qualcosa di insolito, sovversivo forse. Un momento vuoto, tiri fuori il libro ed inizi a leggere. Bambini e ragazzi ti guardano a volte ti chiedono con tono sorpreso se ti piace molto leggere. Esistono progetti, iniziative di promozione alla lettura, ma forse quello che meglio continua a funzionare è il pure esempio: ultimamente, mi capita infatti che seminaristi mi chiedano libri in prestito, che un ragazzino dell’Apoyo – dopo avermi raccontato con soddisfazione di essersi iscritto alla biblioteca di quartiere, mi chieda di consigliarli qualche bel titolo adatto a lui (e intanto inizia a leggere la ‘Divina Commedia’).
Gocce nell’oceano, soddisfazioni personali.
Biagio Grillo, Volontario in Messico con il Servizio Volontario Europeo
ep. 5 – Le mani, le tabelline e la magia
Che sia un’espressione, una divisione, o un piccolo problema di geometria, il problema alla fine è sempre quello: quelle maledette tabelline.
Non è un problema da poco. Teorie dell’apprendimento parlano di una certa soglia (l’età del passaggio tra le elementari e le medie) superata la quale è quasi inutile insistere nel memorizzarle. Se la situazione è disperata, allora serve la magia.
- 9×5?
- ….
- Dai sù… Niente? Bene allora ricorriamo alla magia… Da questo momento le tue dita sono incantate e, al contrario di te, conoscono perfettamente la tabellina del 9… e possono suggerirti!
- Eh?
- Stendi le mani… quante dita sono?
- 10!?!
- Sì, 10…
- Dunque: Se ti chiedo 9×1, basta nascondere il 1° dito e le tue dita ti diranno la risposta… 9×2 il 2°, 9×3 il 3° e così via.
Pronto?
- Mmmm allora…nascondo il 5° dito… 45!
- Esatto! Vedi è magia…
Biagio Grillo, Volontario in Messico con il Servizio Volontario Europeo