Volontari
12Ott/150

Nel furgone!

«¡¡Que no se vayan a caer, chicos!!». «¿Alguien puede ver por dónde andamos?» «¡Cuidado con las piernas!».

marco despensa

Le urla sguaiate di Doña Silvia ci distraggono dall'odore acre della verdura che si è rotta, perdendo i liquidi. Il furgone avanza insicuro, sobbalzando ad ogni interruzione dell'asfalto, mentre i pochi raggi di luce che passano tra le assi di legno illuminano i nostri volti stanchi ma divertiti. Le casse di frutta e verdura oscillano visibilmente ad ogni curva, e ad ogni curva il mio sguardo incrocia quello di Alejandro. Ci auguriamo entrambi di aver sistemato bene quelle dannate casse di cetrioli.

Alejandro è un ragazzo alto e magro, mestizo come gran parte dei messicani. Lavora come infermiere all'ospedale di Calvillo, un pueblo mágico (così chiamano i paesini riconosciuti per la loro ricchezza culturale) a mezz'ora da Aguascalientes ed è qui perché convinto dalla madre, un'assidua frequentatrice della parrocchia.

Insieme a noi ci sono quattro ragazzi. Avranno tra i 15 e i 17 anni e sono seminaristi della parrocchia di San José Obrero, della congregazione dei giuseppini del Murialdo. Poco pratici ma volenterosi, sono quelli che meglio si incastrano tra le casse del furgone. Alla guida c'è Don José, il vero responsabile di questa missione di recupero. Ogni venerdì quest'uomo basso e dal volto bonario si assicura che le famiglie più bisognose della comunità ricevano un'offerta in alimenti recandosi al mercato all'ingrosso e chiedendo pazientemente offerte. Non senza una certa amarezza, si interroga continuamente su come fare affinché queste famiglie si rendano indipendenti, cessando di basare buona parte del proprio sostentamento sulle offerte del venerdì. Che pure non intende far loro mancare.

Oggi la raccolta è andata piuttosto bene. Non come la scorsa settimana, che mi dicono essere stata eccezionale al punto da costringere i volontari a tornare in taxi, ma quasi. Per un breve, rassicurante lasso di tempo mi sono perfino illuso che sarebbe toccato anche a me di tornare alla parrocchia comodamente seduto in un taxi. Poco male. In questo furgone inondato dal puzzo di cetrioli rotti, incastrato alla bene e meglio fra casse di frutta e verdura, ridendo alle battutacce con cui doña Silvia mette i seminaristi in palese imbarazzo, è forte la sensazione di esser parte di una comunità.

 

Marco Dalla Stella, Volontario in Messico con il Servizio Civile in Messico

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