Volontari
13Set/130

Lavorare a Lunsar

Lunsar 2E’ già settembre e ho, quindi, superato la metà del mio soggiorno a Lunsar, una piccola cittadina nella regione settentrionale della Sierra Leone, dove risiederò complessivamente per 6 mesi grazie a una borsa di tirocinio del “Master dei Talenti” della Fondazione CRT di Torino.

ENGIM –Ente Nazionale dei Giuseppini del Murialdo- è una ONG che supporta le attività dei padri giuseppini nel mondo: a Lunsar, la ONG è situata all’interno della stessa missione cattolica, e quindi il confronto costante con i missionari e i loro collaboratori costituisce la caratteristica più peculiare del lavoro, al punto che non c’è quasi più da stupirsi nel sentirsi chiamare “Father” dai bambini di Lunsar e dintorni!...

Uno dei punti di forza di questa esperienza è, per me, la possibilità di lavorare su più progetti contemporaneamente: in questo modo ho la possibilità di vedere diversi tipi di interventi e, altro aspetto da non sottovalutare, non rischio di annoiarmi! In particolare, in questo periodo, l’ONG è impegnata in alcuni progetti di sviluppo rurale e agricolo, nella costruzione di un salone parrocchiale e nella gestione di un programma di sostegno a distanza per bambini in età scolare. Per fare un esempio, in una giornata si può passare dalla coltivazione del riso, alle borse di studio per i bambini, alla contabilità, alla stesura della newsletter, all’aggiornamento del budget. In tal modo, è anche possibile conoscere i numerosi partner dei vari progetti, scoprire diversi modi di lavorare e confrontarsi con metodi di gestione differenti in settori diversi, dall’educazione, alla sanità, all’agricoltura. Inoltre, stiamo lavorando a nuove proposte progettuali per il prossimo anno: cerchiamo di dare seguito ai progetti già realizzati nell’ambito water sanitation e, in particolare, stiamo prospettando la costruzione di latrine nei villaggi in cui abbiamo già installato pozzi, in modo da completare un percorso legato all’accesso e all’utilizzo di acqua pulita e alla prevenzione di numerose malattie, come il colera e l’epatite.

La possibilità, per Engim, di appoggiarsi all’opera dei padri giuseppini, ovvero il SJFAP-St. Joseph Fathers Agricultural Project- consente anche alla ONG di lavorare con continuità sul territorio, di rilevare i bisogni e le necessità e di programmare i possibili interventi. Inoltre, il partenariato con altre organizzazioni internazionali permette la condivisione di buone pratiche e il confronto con progetti simili. Ad esempio, uno dei progetti che ci sta molto a cuore riguarda il miglioramento di un’area paludosa utilizzata prevalentemente per la coltivazione di riso nel piccolo villaggio di Mendesora, nel quale Engim e il SJFAP erano già intervenuti con la costruzione di un pozzo per l’acqua e con l’organizzazione di alcuni membri della comunità in “SILC”, un gruppo di risparmio e micro-credito attualmente gestito autonomamente dai membri stessi. A Mendesora, grazie alla supervisione costante di Engim e degli agenti di terreno del SJFAP, in pochi mesi abbiamo visto l’ampliamento della superficie coltivabile e ora stiamo aspettando la maturazione del riso, seminato e coltivato secondo una particolare tecnica agricola che ne aumenta la produttività, pur senza ricorrere a sostanze chimiche o a speciali varietà di sementi.

Inoltre, lo staff di Engim in Sierra Leone è costituito da persone del posto, con le quali è sempre possibile confrontarsi sulla migliore gestione dei progetti e lavorare insieme con l’obiettivo di intervenire a misura locale. Grande punto di forza per una ONG che voglia essere radicata sul territorio, ciò condiziona anche il mio ruolo, che spesso si pone veramente come un “ponte” tra la Sierra Leone e l’ltalia, mettendo in collegamento e mediando tra esigenze e modi di lavorare a volte differenti.

Infine, in questi mesi ho anche avuto la possibilità di collaborare con le scuole gestite dai padri giuseppini: in particolare, insieme al preside della scuola superiore Murialdo ho lavorato a un innovativo progetto di ricerca sociale che coinvolgerà gli studenti delle classi quarte. I ragazzi, divisi in gruppi e supportati da un insegnante, approfondiranno alcuni argomenti che riguardano Lunsar, come la gestione della giustizia, l’inquinamento, l’appartenenza culturale o lo sfruttamento delle risorse minerarie. Attraverso la documentazione che riusciranno a reperire e le interviste che condurranno, gli studenti ricostruiranno il contesto specifico di ciascun tema e le diverse opinioni in gioco, ma soprattutto, potranno esprimere il loro punto di vista e proporre eventuali soluzioni ai problemi che individueranno.

In conclusione, nonostante il disorientamento iniziale, dovuto alla particolarità del contesto -per me che non avevo mai collaborato in una missione religiosa- e all’articolazione un po’ intricata e a volte oscura delle varie attività, dei ruoli e delle relazioni, credo di poter affermare che questa esperienza stia contribuendo in maniera sostanziale alla mia formazione, ma in modo ancora più significativo al mio percorso umano.

Letizia Cassina, borsista Master dei Talenti

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