Volontari
20Ott/150

Atardecer

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Sta per iniziare il taller de guitarra e aspetto i miei allievi con ansia, ancora non so chi verrà. Sono arrivata con un nordico anticipo e quindi aspetto cercando di ripassare la lezione che mi sono preparata. Attendo seduta in una sedia-banco a dir poco scomoda che scricchiola ad ogni mio movimento e osservo i particolari di questa stanza in ogni suo dettaglio, ragni compresi.

E' passato quasi un mese dal nostro arrivo in Messico ma sembra già passato un sacco di tempo, non mi sono resa conto di tutti gli eventi che si sono susseguiti e a quanto pare devo essermi dimenticata almeno la metà del centinaio di nomi che hanno provato ad insegnarmi. Tuttavia devo ancora abituarmi all'odore sgradevole di spazzatura che alle 8.30 del mattino mi accompagna nel tragitto verso la parrocchia appena dopo aver fatto colazione, devo ancora abituarmi a vedere bimbi che alle 23 girano ancora per strada giocando alla lotta o sparando petardi e, anche se me l'aspettavo, devo ancora abituarmi ad avere tutti gli occhi addosso per la mia pelle sbiadita e gli occhi azzurri (mix letale capace di attrarre persone di qualunque età e sesso della città).
Il fatto di sapere già la lingua è stato sicuramente sia un bene che un male, un bene perché ha facilitato le relazioni e la comunicazione, ma un male perché fin dal primo giorno siamo stati introdotti a tutte le attività senza passaggi graduali. Dopo un rapido giro in tutte le sedi in cui operano i Giuseppini del Murialdo ad Aguascalientes guidato da Padre Javier o Malena (la responsabiele dell'apoyo escolar) ci sono stati assegnati i compiti. Seguirò i ragazzini di secundaria la mattina e il pomeriggio sarò sempre una specie di jolly divisa tra attività musicali, eventuali ricerche o tappabuchi per assenze o emergenze dell'ultimo minuto. A questo si aggiungono i lunghissimi venerdì in cui iniziamo la giornata andando al mercato per raccogliere qualsiasi offerta dai commercianti, ciò si traduce in una salutare attività di sollevamento pesi dopo aver ottenuto chili di frutta e verdura in regalo che poi verranno ripartiti e distribuiti nel pomeriggio alle famiglie che ne hanno bisogno.

Le prime impressioni? Ovviamente contrastanti. Mi fa andare su tutte le furie vedere come il sistema scolastico (almeno quello che i ragazzi di periferia possono permettersi) faccia acqua da tutte le parti; molti dei ragazzini che seguiamo a malapena sanno leggere e la maggior parte dei loro compiti consiste in copiare pedissequamente dei paragrafi dal libro. Mi fa tristezza vedere che questi bimbi vengono da situazioni familiari difficili e il pensiero che le ragazzine partoriscano a 14 anni come se fosse normale mi fa rabbrividire. Per quanto mi potessi essere preparata psicologicamente a tutte queste situazioni, il confronto diretto con la realtà è sempre più duro del previsto.

L'accoglienza però è stata delle migliori, la gente ci vuole già bene e non vede l'ora di farsi due chiacchiere con noi trovandoci per la strada, abbiamo già ricevuto due inviti per una gita domenicale in compagnia di una numerosa famiglia messicana e le signore che preparano gorditas ci salutano calorosamente ogni volta che passiamo davanti al loro ristorantino (se così si può chiamare). I bimbi che seguiamo sono curiosi, mi fanno molte domande e i più affettuosi mi abbracciano prima di andare a casa.

Non posso dire di essere indifferente a tanto affetto e a tanto calore e credo che continuerò a stare bene in questo angolo nel profondo sud est della città.

In poche settimane ho già raccolto numerosi aneddoti che continuano ad invadere la mia testa nell'attesa che compaia qualche allievo al mio taller.

Mi sorgono molte domande, ma quella più frequente è come potermi rendere utile davvero in questo luogo complicato, per ora mi sto muovendo a piccoli passi cercando di conoscere e di non entrare con troppa violenza in una realtà che fino ad un mese fa ancora non mi apparteneva e che forse solo in parte mi potrà appartenere. Mi pongo degli obiettivi quotidiani che possano rendere produttive le giornate, ma presto dovrò mettere una marcia in più ed essere più propositiva. Forse già questa nuova avventura delle lezioni di chitarra sarà un inizio per guadagnarmi la responsabilità di cui vado in cerca. Spero che gli allievi arrivino presto e motivati, mi hanno già preparata sul fatto che forse verranno in pochi e che con grande probabilità saranno incostanti.

Sta per iniziare la mia prima lezione di chitarra e aspetto con ansia i miei allievi. Dentro quest'aula desolata, seduta su una sedia scricchiolante, in compagnia delle urla dei ragazzi che giocano a calcio e di qualche computer spento guardo fuori dalla finestra e Aguascalientes mi regala un tramonto meraviglioso.

Nicoletta Todesco, Volontaria in Messico con il Servizio Civile

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